Virgin Hacked? Sul leak site del gruppo ransomware Clop compare, tra gli altri, il gruppo Virgin. Al momento non divulgati file rubati

Ransomware Clop aggiorna la lista con 30 nuove vittime

E’ successo tutto nel corso della giornata di ieri, 23 Marzo: il gruppo ransomware Clop ha aggiunto ben 30 nomi alla lista delle proprie vittime. Tra i tanti nomi, uno spicca in particolare. Parliamo di Virgin, il noto gruppo di società di proprietà del magnate Richard Branson. Virgin è un nome che leghiamo immediatamente al mondo della musica, ma ormai il gruppo si occupa anche di voli aerei, aerospazio, viaggi, vendita al dettaglio ecc…

Fonte: Cl0p leak site

Secondo il leak site di Clop ransomware, le entrate della Virgin dovrebbero ammontare a 18 miliardi di dollari. Il dato è interessante perché, come abbiamo illustrato qui, capita spesso che i gruppi ransomware più avanzati colleghino l’ammontare del riscatto alle entrate dell’azienda.

Clop ransomware in breve

Cl0p è stato individuato in diffusione, la prima volta, nel 2019 come variante di CyrptoMix. Come tutti i gruppi ransomware avanzati, adotta la tecnica della doppia estorsi0ne: un riscatto per non pubblicare i file rubati, un riscatto per ottenere il decryptor e poter riportare in chiaro i file criptati. Infatti è dotato di funzionalità per l’esfiltrazione dei dati dalla rete bersaglio, prima dell’avvio della routine di criptazione.

Dopo un periodo di inattività, a cavallo tra il 2019 e il 2021, Cl0P torna alla carica e nel 2022 viene individuata anche la prima versione del ransomware per server Linux.

Di recente ha colpito anche in Italia: il sito Red Hot Cyber ha infatti individuato online la rivendicazione dell’attacco portato contro l’italiana Zucchetti Kos.

Una delle società del gruppo Virgin era stata colpita a Febbraio da un “major hack”

Nel Febbraio di quest’anno Virgin Media Television ha subito un tentativo non autorizzato di accesso ai propri sistemi, fatto che ha costretto l’azienda a chiudere temporaneamente molti dei propri canali TV in Irlanda.

Virgin Media, in quell’occasione, rese pubblica una dichiarazione:

“Il nostro monitoraggio continuo della sicurezza ha permesso di identificare un tentativo non autorizzato di accedere ai nostrio sistemi negli ultimi giorni. A causa delle precauzioni implementate, ci saranno effetti temporanei sulla trasmissione di alcuni dei nostri programmi…

Prevediamo il ritorno alla normalità del servizio appena completato il processo di revisione e verifica”

Poco dopo l’azienda confermava di aver “completamente contenuto, isolato e terminato” l’attacco in corso.

Non sono poi circolate più informazioni relative a questo “major hack”, come fu definito dal Ministro delle comunicazioni e dell’economia circolare. Di conseguenza non sappiamo se la rivendicazione di Cl0P e questo breach, siano correlati. Non ci sono infatti, al momento, dichiarazioni da parte della Virgin. Non resta che attendere l’evolvere dei fatti, attendendo la pubblicazione ( se avverrà) del sample di dati rubati dal gruppo Cl0p dalle reti Virgin.

Aggiornamento del 24/03

Un portavoce di Virgin ha dichiarato a Bleeping Computer che il data breach ha riguardato soltanto Virgin Red.

“Siamo stati recentemente contattati da un gruppo ransomware che si fa chiamare Clop, il quale ha ottenuto illegalmente alcuni file Virgin Red grazie ad un cyber attacco su un nostro fornitore, GoAnywhere”

ha dichiarato il portavoce.

Proteggersi dai ransomware: step basilari

Premettendo che la sicurezza informatica al 100% non esiste e che gli strumenti, le soluzioni e la postura difensiva variano da azienda ad azienda, da rete a rete, i punti sottostanti sono il minimo indispensabile per raggiungere un livello accettabile di sicurezza informatica.

  • Predisponi un piano di backup:
    è fondamentale dotarsi di soluzioni di backup e di organizzarsi per eseguire backup di tutti i dati a cadenza regolare. I backup stessi andranno testati regolarmente, per verificare che i dati siano integri. Disporre di backup integri e il più recenti possibile consente di minimizzare la perdita dei dati e accelerare i processi di rispristino. E’ fondamentale isolare dalla rete i backup critici per evitare che, in caso di attacco ransomware, finiscano criptati anche i backup. A tale scopo, ti consigliamo di valutare la nostra soluzione Strongbox Cloud PRO, appositamente pensata per le PMI.
  • Mantieni sempre aggiornato il sistema operativo, i software e gli applicativi in uso:
    le vulnerabilità sono le porte di accesso che consentono agli attaccanti di accedere alle reti. Verifica che questi software siano sempre aggiornati all’ultima versione disponibile ed installa le patch consigliate dal vendor. La suite di soluzioni di sicurezza aziendali Seqrite ha funzionalità specifiche a tale scopo: dalla gestione centralizzata delle patch alla scansione delle vulnerabilità.
  • Scegli una solida soluzione antivirus e mantienila sempre aggiornata:
    sempre più soluzioni antivirus si sono dotate di strumenti specifici per il contrasto agli attacchi ransomware. Scopri di più sulla funzionalità antiransomware di Quick Heal / Seqrite, tecnologia brevettata negli Stati Uniti.
  • Adotta l’approccio zero trust:
    applica il principio del “privilegio minimo” per tutti gli utenti: imposta cioè, utente per utente, solo le permissioni che gli sono effettivamente necessarie per svolgere le proprie mansioni. Fai si che ogni utente possa accedere soltanto alle informazioni che gli sono indispensabili.Per approfondire > Approccio di cybersecurity Zero Trust: perchè, come e quanto è importante per le aziende con forza lavoro remota
  • Evita di scaricare file o cliccare su link contenuti nelle email:
    spesso l’accesso alle reti da parte degli attaccanti non avviene tramite sofisticate tecniche di attacco, ma anzi l’attaccante fa breccia nel punto più debole della catena della cyber sicurezza: l’utente. E’ fondamentale non fare click su link né scaricare allegati contenuti in email inaspettate, sospette, improvvise. Infine non abilitare mai le macro contenute nei documenti circolanti via email, a meno che non ci sia l’assoluta certezza della legittimità della comunicazione.Per Approfondire > Attacchi basati sulle macro di Office: come funzionano? Breve vademecum
  • Forma i dipendenti, i collaboratori e chiunque acceda alla rete:
    come detto, l’anello debole della catena di cyber sicurezza e sicurezza dei dati è l’utente. Forma dipendenti e collaboratori, rendili partecipi dei protocolli di sicurezza e consapevoli e sensibili rispetto ai rischi, almeno quelli più diffusi. Stabilisci un protocollo di reazione in caso di incidente informatico, così che tutti sappiano cosa fare in caso dovesse verificarsi un attacco ransomware.
  • Non esporre mai direttamente in internet le connessioni Remote Desktop Protocol. Se proprio hai necessità di usare l’RDP, fallo sempre tramite una VPN.
  • Implementa un modello di sicurezza stratificato (multi livello)
    nella scelta di un approccio stratificato alla sicurezza, consigliamo di valutare attentamente:
    > sicurezza delle reti e dei server;
    > gestione degli endpoint;
    > gestione dei dispositivi mobile.Per approfondire > Implementa un modello di sicurezza stratificato con Seqrite!
  • Implementa sistemi di protezione preventiva:
    come l’Intrusion Prevention Sistem (IPS) e il Web Application Firewall. Saranno utili protezioni perimetrali, se posti a difesa dei servizi esposti su Internet.