Negli ultimi anni, lo scenario della cybersecurity è stato scosso da strumenti di sorveglianza avanzati. Parliamo di spyware pericolosissimi come Pegasus, sviluppato dalla NSO Group, e il più recente Graphite, creato da Paragon Solutions. Questi spyware di nuova generazione sono progettati per infiltrarsi nei dispositivi mobili, sfruttando vulnerabilità spesso sconosciute e difficilmente correggibili, rendendo la vita impossibile a chiunque pensi che un antivirus tradizionale sia sufficiente a proteggersi.
Questi software spia non si limitano a sottrarre dati sensibili. Sono in grado di attivare microfoni e telecamere, intercettare comunicazioni cifrate, monitorare in tempo reale le attività dell’utente. Tutto senza lasciare tracce evidenti di compromissione. In pratica questi sono spyware sono in grado di trasformare gli smartphone in una vera e propria microspia tascabile.
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I casi Pegasus e Graphite
Pegasus ha fatto scuola: capace di leggere messaggi, ascoltare chiamate, accedere a foto e documenti, attivare microfoni e telecamere senza che la vittima se ne accorga, questo spyware è riuscito a trasformare lo smartphone in una vera e propria microspia tascabile.
Il suo successore, Graphite, ha alzato ulteriormente l’asticella. Sfrutta attacchi di tipo “zero-click”, cioè non richiede nessuna azione da parte dell’utente per infettare il dispositivo. Questo sistema di attacco sfrutta vulnerabilità ancora sconosciute ai fornitori in sistemi operativi o applicazioni popolari; permette così a questi malware di installarsi semplicemente attraverso la ricezione di un messaggio o di un file appositamente congegnato. Ad esempio, Graphite ha sfruttato falle di WhatsApp per infettare uno smartphone tramite un PDF malevolo inviato in chat. Il destinatario non doveva nemmeno aprire il PDF. La sola consegna del file attivava lo sfruttamento e installava lo spyware, permettendo agli attaccanti di iniziare a spiare comunicazioni e informazioni sensibili della vittima.
Questo tipo di approccio elimina il fattore umano (clic su link, download manuali) dalla catena di infezione, rendendo vano ogni intervento basato esclusivamente sulla prudenza dell’utente. Basta quindi un messaggio, una chiamata persa, un file apparentemente innocuo per spalancare le porte del proprio mondo digitale agli aggressori.
Tra le vittime di Graphite compaiono giornalisti, attivisti, diplomatici e politici di alto profilo in oltre 24 Paesi, inclusa l’Italia. Il software è talmente sofisticato da riuscire a intercettare anche le comunicazioni su app considerate sicure come WhatsApp e Signal, monitorando in tempo reale ogni attività e raccogliendo dati sensibili senza lasciare tracce evidenti. Il risultato? Violazioni della privacy, fughe di informazioni riservate, compromissioni della sicurezza personale e istituzionale.
Antivirus tradizionali: perché falliscono contro spyware come Graphite e Pegasus
Un ulteriore aspetto che rende formidabili questi spyware è la loro capacità di occultamento. Una volta installati, operano in memoria o camuffati nei processi di sistema, senza lasciare tracce evidenti nei file di archiviazione. Graphite, ad esempio, non mostra comportamenti facilmente distinguibili dall’uso legittimo del dispositivo. Non solo: non lascia alcuna traccia visibile, rendendo il suo rilevamento estremamente complesso anche per un utente esperto.
In sintesi, attacchi invisibili, controllo completo in tempo reale e abilità di occultamento fanno di Pegasus, Graphite e affini una categoria di minacce in grado di superare le difese tradizionali con allarmante efficacia. Gli strumenti convenzionali di sicurezza informatica infatti si basano su firme conosciute o su comportamenti tipici dei malware comuni. Tuttavia, spyware come Pegasus e Graphite utilizzano tecniche avanzate che sfuggono a queste difese, sfruttando vulnerabilità non ancora note nemmeno agli sviluppatori dei sistemi operativi.
Questo scenario evidenzia una vulnerabilità strutturale degli smartphone moderni. I nostri dispositivi possono trasformarsi facilmente in strumenti di spionaggio nelle mani di aggressori sofisticati.
Interceptor: l’unico strumento in grado di rilevare spyware di questo tipo
In questo scenario, Interceptor si è dimostrato l’unico software realmente efficace nel rilevare e contrastare spyware come Graphite e Pegasus. Non si tratta di un semplice antivirus, ma di un sistema di analisi remota unico al mondo, capace di scoprire se i dispositivi sono spiati anche a migliaia di chilometri di distanza, senza la necessità di installare nulla o di consegnare fisicamente il device.
A differenza degli antivirus tradizionali, infatti, Interceptor adotta un approccio radicalmente diverso. Analizza infatti il comportamento delle comunicazioni e il traffico di rete. Anche se uno spyware si “nasconde” dietro a traffico cifrato o operando completamente in memoria, non può evitare di generare anomalie nei flussi di dati. Proprio queste anomalie vengono identificate da Interceptor. Interceptor osserva quindi il comportamento del dispositivo e delle sue comunicazioni,
rendendolo in grado di identificare anche attività anomale apparentemente invisibili.
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Come funziona Interceptor
- Analisi remota senza agent sul dispositivo: Interceptor opera out-of-band, monitorando il dispositivo bersaglio dall’esterno senza bisogno di installare alcun software aggiuntivo sul device protetto. Ciò significa che può proteggere qualunque piattaforma (smartphone, tablet, computer ) indipendentemente dal sistema operativo, superando le limitazioni che impediscono agli antivirus tradizionali di agire su dispositivi mobile bloccati o ambienti blindati.
- Monitoraggio del traffico in uscita: Interceptor effettua un controllo di tutte le connessioni e comunicazioni in uscita dal dispositivo analizzato. Ogni tentativo di comunicazione verso l’esterno viene esaminato in tempo reale. Sono registrati parametri chiave come origine, destinazione, direzione, protocollo, dominio, indirizzo IP e porta utilizzati.
Questa visibilità completa sul traffico uscente consente di notare anche le trasmissioni più subdole: ad esempio, uno spyware che prova a inviare periodicamente dati sensibili a un server di comando e controllo verrà rilevato perché genera connessioni anomale verso domini o IP sospetti. - Rilevamento di connessioni anomale: Interceptor incrocia le informazioni raccolte sulle connessioni con indicatori di minaccia noti e profili di traffico attesi. Eventuali comunicazioni verso server noti per attività malevole, verso località insolite o con protocolli/porte inusuali vengono immediatamente segnalate come potenzialmente pericolose. Ad esempio, se un telefono normalmente comunica solo con servizi noti e all’improvviso instaura connessioni cifrate verso host sconosciuti (tipico comportamento di spyware che esfiltrano dati), il sistema lo identifica come comportamento anomalo.
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