Gli spyware, detti anche app o software spia, agiscono quasi sempre in maniera invisibile e silenziosa. Non tutti provengono dal dark web, alcuni sono venduti addirittura nel web emerso. E i dati Google rivelano che gli italiani ne sono grandi appassionati.
Cosa sono gli spyware?
Gli spyware (chiamati anche app spia) sono una delle minacce più subdole e pericolose dell’era digitale. Sono malware progettati per infiltrarsi nei dispositivi e, come dice il nome stesso “spiare” le attività delle vittime. Come? Spesso monitorandone le attività e raccogliendo le informazioni personali.
A renderli così pericolosi è la loro capacità di agire in modo nascosto e silenzioso per lunghi periodi. Questo permette agli attaccanti di rubare enormi quantità di dati sensibili, mentre l’utente spesso scopre troppo tardi di essere sotto intercettazione. Tra i dati presi di mira dagli spyware troviamo:
- credenziali di accesso;
- messaggi privati;
- cronologie di navigazione;
- dettagli finanziari;
- informazioni personali, o aziendali ecc.
Le conseguenze degli attacchi spyware possono essere particolarmente gravi. Possono provocare violazioni della privacy e dei dati, furti di identità e perdite economiche. Gli attaccanti posso anche ricorrere a ricatti e utilizzare le informazioni raccolte per scopi malevoli.
Insomma, le forze dell’ordine non sono affatto l’unica entità che ricorre agli spyware per le intercettazioni.
Cosa fa, in concreto, un software spia?
Gli spyware svolgono un’attività di sorveglianza continua e silenziosa. Una volta installati, sono in grado di raccogliere una vasta gamma di informazioni. Tutti dati che vengono inviati a chi controlla il software. Tra le funzionalità più comuni vi sono:
- Keylogging: registrazione di tutto ciò che viene digitato sulla tastiera, inclusi password, messaggi e dati sensibili.
- Monitoraggio delle comunicazioni: intercettazione di chiamate, SMS, email e chat su applicazioni come WhatsApp o Messenger.
- Accesso a microfono e fotocamera: attivazione remota per registrare audio ambientale o catturare immagini senza che l’utente se ne accorga.
- Cattura dello schermo: screenshot periodici delle attività svolte sul dispositivo.
- Tracciamento della posizione: monitoraggio in tempo reale tramite GPS.
- Furto di file e documenti: copia e trasmissione di foto, video, documenti e altri dati presenti sul dispositivo.
Queste funzionalità rendono gli spyware estremamente pericolosi. Il furto di credenziali bancarie, l’accesso ai social media o l’intercettazione di conversazioni private sono solo alcuni esempi dei danni che possono causare.
Come riconoscere un dispositivo infetto
Anche se gli spyware agiscono in modo furtivo, esistono segnali che possono far sospettare la loro presenza. Un dispositivo che si rallenta improvvisamente, senza una ragione apparente, potrebbe essere sotto controllo. Il consumo anomalo di dati è un altro campanello d’allarme. Molti spyware inviano continuamente informazioni all’esterno, causando un traffico dati insolitamente elevato.
Altri indizi includono la comparsa improvvisa di pop-up pubblicitari, modifiche indesiderate alle impostazioni del sistema e un consumo della batteria più rapido del normale. Anche se questi sintomi possono avere spiegazioni diverse, come app difettose o malfunzionamenti hardware, è importante non sottovalutarli.
Lo sapevi che esiste un servizio di analisi dei dispositivi, Android e iOS, che ti consente di verificare direttamente da casa tua se il tuo telefono sia o meno intercettato o infettato con uno spyware? Si chiama Interceptor e ti consente di analizzare in autonomia il traffico dati del tuo dispositivo senza bisogno né di costose perizie né di spedire il tuo telefono ad un esperto!
Spyware: non solo strumenti delle forze dell’ordine
Gli spyware sono spesso associati alle operazioni delle forze dell’ordine che li utilizzano per motivi di sicurezza pubblica. Tuttavia, esistono numerosi software simili che vengono utilizzati con finalità illecite. Quali? Il cyber crime, ma anche la sorveglianza non autorizzata di individui.
Ciò che preoccupa di più è la facilità con cui questi strumenti possono essere reperiti. Non serve accedere al dark web per trovarli. Molti spyware sono acquistabili direttamente sul web “emerso”, presentati come strumenti di monitoraggio parentale o per controllare i dipendenti.
Basti pensare a piattaforme come Phone Monitor, che promette di monitorare chiamate, messaggi e localizzazione GPS, o AdenSpy, che offre persino la registrazione dell’audio ambientale. Un altro esempio è SpyX, che vanta oltre 40 funzionalità di monitoraggio, tra cui il controllo dei social media e delle attività online. Pur avendo un’apparente utilità, il confine tra uso legale e abuso di questi strumenti è spesso molto sottile.
Gli spyware più diffusi in Italia
Secondo il CERT-AGID, alcuni spyware vengono utilizzati con una certa frequenza anche in Italia, soprattutto per attività di cyber crime finalizzate al furto di dati sensibili, identità digitali e somme di denaro. Tra i più noti c’è SpyNote, un malware per dispositivi Android capace di registrare audio e schermo, accedere ai messaggi SMS e ai contatti, tracciare la posizione GPS e persino aggirare sistemi di autenticazione a due fattori.
Un altro esempio è Snake Keylogger, uno spyware utilizzato per rubare credenziali e registrare tutto ciò che viene digitato sulla tastiera, con l’obiettivo di sottrarre informazioni finanziarie o accedere agli account della vittima.
Italiani e spyware: tra paura di essere spiati e voglia di spiare
La paura di essere controllati online è una preoccupazione diffusa tra gli italiani: oltre il 73% teme di essere spiato, un dato che riflette l’ansia crescente legata alla propria privacy digitale. Ma questo timore convive con un comportamento paradossale: due persone su quattro ritengono normale spiare il cellulare del partner senza consenso, ignorando che questa pratica, oltre a violare la fiducia, costituisce un reato punibile dalla legge.
A confermare questa “ossessione” per il controllo digitale ci sono anche i dati relativi alle ricerche online. Su un totale di 300 keyword analizzate su Google, ben 68 (il 22,6%) riguardano direttamente le intercettazioni telefoniche e temi correlati, come il monitoraggio delle comunicazioni o la sorveglianza dei dispositivi.
E non finisce qui: molti utenti non si limitano a temere di essere spiati, ma cercano attivamente informazioni su come spiare i dispositivi altrui. Tra le 150 domande più popolari, l’80% riguarda proprio le intercettazioni private. Questi numeri indicano non solo una scarsa consapevolezza dei rischi e delle implicazioni legali di tali azioni, ma anche una preoccupante normalizzazione di comportamenti che violano la privacy altrui.
La crescente disponibilità di strumenti come gli spyware – facilmente acquistabili online – alimenta ulteriormente questo fenomeno, rendendo la privacy una frontiera sempre più fragile. Tuttavia, è importante ricordare che la protezione dei propri dati e il rispetto di quelli altrui sono due facce della stessa medaglia: agire con consapevolezza è il primo passo per un utilizzo sano e sicuro della tecnologia.