La policy di sicurezza, il piano di business continuity e il regolamento aziendale sono tre strumenti essenziali per garantire la protezione delle infrastrutture aziendali e la conformità alla Direttiva NIS2. Scopriamo nell’articolo questi tre strumenti.
Direttiva NIS2: sicurezza informatica e continuità operativa per le aziende
L’entrata in vigore della Direttiva NIS2 impone alle aziende europee operanti in settori critici di alzare il livello di sicurezza informatica. La Direttiva richiede l’adozione di misure avanzate per proteggere reti e sistemi informatici, riducendo il rischio di attacchi informatici e garantendo la continuità operativa. Un’interruzione nelle attività aziendali potrebbe infatti avere gravi ripercussioni sulla sicurezza nazionale e sull’economia.
Non solo le aziende sottoposte alla NIS2 devono migliorare la propria sicurezza interna, ma è fondamentale che estendano queste misure all’intera supply chain. Ciò significa che devono assicurarsi che anche i loro fornitori adottino pratiche di protezione adeguate. Anche le vulnerabilità esterne, infatti, possono rappresentare una minaccia diretta alla sicurezza aziendale.
Per saperne di più > Impatto della Direttiva NIS2 sulla Supply Chain: come le PMI possono diventare partner affidabili
Principali aree di intervento della Direttiva NIS2
La NIS2 richiede che anche le aziende della filiera adottino misure appropriate per garantire la sicurezza dei loro sistemi e delle loro reti. Alcune di queste sono:
- gestione del rischio: identificazione, analisi e mitigazione delle minacce informatiche attraverso framework di sicurezza informatica avanzati;
- protezione delle infrastrutture critiche: implementazione di controlli di sicurezza, autenticazione robusta e strategie di difesa contro attacchi sofisticati;
- Business Continuity e Incident Response: sviluppo di procedure di ripristino, test periodici e simulazioni per garantire la resilienza aziendale;
- monitoraggio e compliance: tracciare tutta la documentazione per garantire la conformità normativa. La Direttiva NIS2 richiede che le misure siano documentate in modo chiaro e trasparente, attraverso la formalizzazione di politiche di sicurezza, piani di continuità operativa e procedure di gestione degli incidenti, per garantire la piena aderenza ai requisiti normativi.
Per approfondire > NIS2 e PMI: quale impatto? Strategie di conformità
Policy di sicurezza, Piano di Business Continuity e Regolamento Aziendale: tre pilastri della conformità alla NIS2
Per garantire la conformità alla NIS2 e la protezione delle infrastrutture aziendali, esistono tre strumenti fondamentali: la creazione di policy di sicurezza, un regolamento aziendale chiaro e un piano di business continuity con gestione degli incidenti. Questi strumenti sono essenziali per definire, documentare e implementare le best practices in materia di sicurezza, assicurando al contempo la continuità operativa anche in caso di eventi imprevisti. Vediamo nel dettaglio cosa sono e come possono aiutare.
Policy di Sicurezza: struttura e funzione
Una policy di sicurezza è un documento fondamentale che contiene le regole e gli standard aziendali che deve conoscere ogni collaboratore. Tra queste i criteri di accesso, utilizzo e condivisione dei dati, i requisiti minimi di sicurezza per l’utilizzo di hardware e software, ma anche la definizione delle responsabilità assegnate all’interno dell’azienda in merito alla sicurezza informatica.
Componenti chiave di una policy di sicurezza:
- protezione dei dati e delle risorse IT: implementazione di misure di sicurezza per mitigare il rischio di accessi non autorizzati, attacchi informatici e data breach. Tra queste, ad esempio, l’autenticazione a più fattori (MFA), il firewall, soluzioni antivirus e sistemi di prevenzione delle intrusioni (IDS/IPS), la crittografia dei dati ecc.
Per approfondire > Prevenire i Data Breach: soluzioni concrete per la sicurezza; - conformità normativa: aderenza ai requisiti di GDPR e NIS2. Vanno inclusi controlli specifici per la protezione delle informazioni e la gestione dei dati sensibili;
- gestione del rischio: analisi delle vulnerabilità aziendali, definizione delle strategie di mitigazione e aggiornamento continuo delle procedure di sicurezza;
- ruoli e responsabilità: assegnazione delle responsabilità per la gestione della sicurezza informatica. Inoltre, vengono definiti protocolli per la gestione degli incidenti;
- continuità operativa e disaster recovery: predisposizione di procedure per la ripresa delle attività aziendali a seguito di eventi critici.
Piano di Business Continuity: gestione della resilienza aziendale
Il Business Continuity Plan è un documento strategico che descrive le azioni necessarie per garantire la continuità operativa in caso di eventi avversi. Tra questi disastri naturali, attacchi informatici, guasti o altre emergenze. Il suo obiettivo è quello di permettere all’azienda di riprendersi rapidamente anche in situazioni critiche.
Elementi essenziali di un BCP:
- identificazione dei rischi: valutazione delle minacce che potrebbero compromettere la continuità aziendale, incluse interruzioni tecnologiche, cyber attacchi e disastri naturali;
- strategie di prevenzione e mitigazione: implementazione di misure proattive per ridurre la probabilità che si verifichino tali incidenti. Ad esempio, attraverso l’adozione di soluzioni XDR (Extended Detection and Response) per la rilevazione avanzata delle minacce;
- procedure di risposta agli incidenti: definizione di protocolli di intervento per garantire il ripristino delle funzionalità aziendali in tempi minimi;
- piano di ripristino IT (Disaster Recovery Plan): soluzioni per il recupero dei dati e la riattivazione dei sistemi informativi critici. Le aziende possono adottare standard di gestione come ISO 27001 e ISO 22301 per garantire sicurezza e continuità operativa. Soluzioni certificate con questi standard, come Strongbox Cloud PRO, assicurano l’adozione delle migliori pratiche di sicurezza;
- gestione della comunicazione di crisi: definizione di canali e protocolli per la comunicazione interna ed esterna con stakeholder, clienti e autorità di regolamentazione.
Regolamento Aziendale: governance e conformità
Il regolamento aziendale è un insieme di disposizioni interne riguardanti aspetti specifici della vita aziendale, dalle norme di comportamento alle modalità consentite di uso dei dispositivi aziendali. Si tratta di raccogliere in forma scritta tutte le prassi, regole e consuetudini spesso tramandate soltanto in forma verbale. E’ molto utile per garantire un buon funzionamento aziendale, creando un ambiente di lavoro chiaro, sicuro e migliorando la produttività.
Aspetti chiave del regolamento aziendale:
- definizione delle regole aziendali: Il regolamento aziendale stabilisce i limiti riguardo al comportamento dei dipendenti. Contiene previsioni attinenti alle modalità di svolgimento del lavoro. Ad esempio l’orario di lavoro, le politiche di sicurezza e salute e altre norme di condotta;
- gestione dei diritti e doveri dei dipendenti: stabilisce i diritti e i doveri dei dipendenti e dell’azienda. Per esempio, può riguardare le politiche relative alle ferie, alle malattie e alle assenze;
- promozione dell’ordine e della disciplina: Un regolamento aziendale aiuta a mantenere ordine e disciplina all’interno dell’azienda. Stabilire regole chiare permette di prevenire conflitti e malintesi, facilitando la gestione delle risorse umane;
- rispettare la normativa legale: le aziende devono rispettare le leggi e i regolamenti nazionali o internazionali. Un regolamento aziendale è uno strumento che aiuta l’azienda a conformarsi alla legislazione in vigore (es. leggi sul lavoro, sulla sicurezza, sulla privacy, ecc.);
- stabilire le procedure disciplinari: Definisce le sanzioni o le misure disciplinari in caso di violazione delle regole aziendali. Queste possono includere richiami, sospensioni o, nei casi più gravi, licenziamenti;
- chiarezza su temi specifici: può affrontare questioni più specifiche legate alla cultura aziendale, come le politiche di comportamento etico, l’uso dei social media, la gestione delle risorse aziendali (PC e attrezzature), o l’accesso a dati riservati e l’adozione al BYOD (Bring Your Own Device), stabilendo le linee guida per l’uso dei dispositivi personali per scopi lavorativi e l’accesso a dati aziendali riservati.
Per approfondire > Quando l’ufficio è in tasca: BYOD, smart working e sicurezza informatica
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Scopri il programma di Adeguamento alla NIS2 di NIS2lab > La NIS2 è arrivata: NIS2lab è la novità in casa s-mart
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